In Giappone un anno fa
- 15° giorno -
Oggi ci aspetta Nikko, splendida!!!
Un detto giapponese recita: "Non dire 'kekko (magnifico)' finché non hai visto Nikko"... confermiamo!
- Ettore - Marianna - Alice -
Appena scesi dal treno, già alla stazione, ci accoglie la famosa mascotte.
Davanti ai nostri occhi ammiriamo il ponte che si trova in tutte le guide sul Giappone.
La statua del monaco buddista Nikko (1246-1333) da cui prende il nome questo sito che ospita numerosi luoghi di culto.
Un piccolo drago, anticipazione di quello "piangente" che troveremo dipinto sul soffitto di una delle sale del santuario.
Il Chōzuya o Temizuya, piccolo edificio per praticare la purificazione prima di entrare.
Dopo essersi purificati si può accendere anche un incenso.
Un riservato luogo di preghiera, tirando la corda si suona la campana.
Un antico pruno viene sostenuto in segno di gratitudine e rispetto.
Siamo giunti davanti al rinzo, che contiene una biblioteca di sutra, del santuario Tosho-gu, meta di numerosissimi visitatori...
... sempre sotto il vigile sguardo del guardiano.
Oltrepassiamo anche questo tori e continuiamo a salire, fino a incontrare...
...uno dei ministri imperiali posto nella nicchia della porta Yomeimon.
Il contesto si offre da sfondo ideale per la foto di gruppo di una scolaresca...
... come per le amiche che imitano le tre famose scimmiette, e della nostra volpina che non si lascia sfuggire l'occasione...
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... così come noi ;)
Proseguiamo, ma fate attenzione a non calpestare la tartaruga!
Un attento leoncino protegge tre figure intente nei loro affari.
Numerose lanterne segnano il percorso, sono doni offerti dai daimyo, signori feudali.
Ormai siamo quasi arrivati al haiden, la sala principale del santuario.
Ci si orienta...
... e si cerca un souvenir.
La divinità del vento della porta Nitenmon del santuario Taiyuin-byo.
La torre campanaria.
La porta Kokamon, in stile cinese Ming, accanto al sentiero per la tomba di Iemitsu.
Campanelle votive lungo la scalinata che porta a un santuario secondario.
Nel cortile ammiriamo due imponenti cedri legati da shimenawa, corde sacre, con appesi degli shide, elementi in carta bianca piegati a zig-zag, che indicano la presenza di un kami, divinità.
Altri cedri recintati e protetti.
Il contrasto con il ritorno alla città con le sue più svariate proposte e distrazioni, non ci fa dimenticare...
... un certo languorino, subito soddisfatto da un solerte cameriere d'eccezione...
... e con una buona scorta alimentare torniamo verso "casa".